Apnea e salute

a cura di Umberto Lupo

Questo saggio vuole essere una sorta di raccolta di consigli e metodi di prevenzione di ogni problema che comportamenti e abitudini sbagliate possono dare alla salute del nostro organismo; pertanto le tematiche che tratterò di seguito sono frutto di studi universitari.

ALIMENTAZIONE

Ho pensato di seguire un ordine cronologico della giornata, e la prima cosa venutami in mente è quella di non andare mai a fare una attività fisica (anche la pesca subacquea lo è) dopo un digiuno prolungato ma altrettanto importante è non appesantire lo stomaco in modo da non compromettere il nostro metabolismo.

-Cenni sul metabolismo

La cosa primaria da sapere è che l’energia immediata dal quale l’organismo ricava l’energia è il glucosio, un composto indispensabile per tutte le forme di vita, nessuna esclusa. tuttavia molti dei nostri tessuti sono in grado di ottenere energia dai grassi grazie ad una via metabolica molto più lunga, quindi, in situazioni di carenza glucidica, gli zuccheri vengono prevalentemente conservati per quei tessuti che ne hanno NECESSARIO bisogno, come il cervello.

In una situazione di digiuno prolungato, quindi, gli zuccheri presenti nel sangue, presenti in scarsa quantità, saranno prevalentemente utilizzati dal cervello e dal sistema nervoso, lasciando meno “combustbile” per gli altri tessuti, come ad esempio il tessuto muscolare. da quì, quando siamo digiuni da molto tempo avvertiamo quel senso di debolezza e tremore alle gambe: perchè il nostro organismo, in una situazione relativamente critica, sta dando priorità ad altro.

Nella situazione inversa, ovvero, dopo un pasto abbondante, il nostro organismo assume l’assetto cosiddetto “riposa e digerisci”. la maggiorparte del sangue viene deviato verso l’apparato digerente, in modo da promuovere la digestione e di assorbire quanti più nutrienti possibili dall’intestino. La conseguenza è quel senso di rilassamento e di sonnolenza che ci coglie dopo i pasti e che rende molto poco sicuro intraprendere un’attività come la pesca in apnea.

Quali accorgimenti adottare, allora, prima di una pescata? prima di tutto siate sempre sicuri che la vostra digestione sia giunta al termine e questo dipende da cosa e quanto mangiate. cibi ricchi di grassi o conservanti, alimenti poveri di acqua, fritti e ricchi di proteine sono quelli che allungano la digestione mentre i cibi leggeri con un contenuto prevalente di carboidrati e fibre sono quelli digeriti in meno tempo. Per i cibi pesanti, la digestione può protendersi anche fino ad oltre quattro ore dopo la fine del pasto, mentre per quelli leggeri, in genere, la digestione dura da due e tre ore. Ovviamente il tempo di digestione varia anche in base alla quantità di alimenti mangiati, quindi anche se il riso in bianco è un alimento molto leggero e digeribile, nel momento in cui ne mangiate tre piatti la digestione sarà comunque lunga.

Per le pescate mattutine, dove non passa più di un’ora e mezza tra la colazione e l’immersione, è consigliabile comunque assumere alimenti liquidi prima della pescata e veramente pochissimi solidi se è indispensabile assumerli.

 

-Idratazione

Anche l’idratazione è fondamentale per potersi immergere, anzi, è addirittura più importante che alimentarsi in modo corretto. l’acqua è una componente che, nelle giuste quantità, non deve mancare al nostro organismo, quindi è fondamentale bere IL NECESSARIO sia prima, che durante, che dopo la pescata o l’immersione. per necessario si intende ogni qualvolta venga sete. E’ consigliabile portare sempre con se, legata alla boa o in qualsiasi altro modo una bottiglietta di acqua o integratori in modo da poter assumere liquidi nel momento in cui se ne sente il bisogno. Gli integratori possono essere sia comprati che fatti in casa (spremute, frullati ecc.), è, invece, da evitare l’assunzione di sostanze come amminoacidi in polvere o pastiche, proteine, creatinina e altre sostanze simili.

Avendo parlato di metodi di idratazione mi pare opoprtuno parlare anche delle principali “cause” natuali della disidratazione. un primo fattore è dato dalla disidratazione cutanea, l’acqua, in pratica, esce dalla nostra pelle, attirata chimicamente dal sale marino, un secondo fattore è il maggior stimolo di urinare durante l’immersione o la pescata.

N.B. urinare all’interno della muta, specialmente se l’interno è in neoprene lisco o spaccato è sconsigliabile, in quanto l’urina potrebbe stagnare dentro la muta e causare anche problemi dermatologici (arrossamento, infiammazioni).

 

IPOTERMIA

E’ la condizione in cui la temperatura corporea scende significativamente al disotto del valore normale di 37°C. Per un corretto funzionamento del nostro organismo è necessario che la temperatura si mantenga, con piccole variazioni, al suddetto valore, per questo, quando c’è troppo caldo siduamo per raffreddarci e quando c’è freddo il nostro organismo produce più calore. in acqua, il calore, si disperde circa venticinque volte più rapidamente che all’asciutto, una buona muta aiuta a limitare la dispersione ma, comunque, si ha sempre una perdita abbastanza significativa. ne consegue che la nostra temperatura corporea tende ad abbassarsi e se il calo è considerevole si ha la situazione di ipotermia.

Si ha una situazione di ipotermia lieve, se la temperatura corporea scende a circa 35 – 32 gradi centigradi, una moderata ipotermia se scende tra 32 e 26 gradi ed una forte ipotermia se la temperatura scende fino a 26 – 24 gradi.

L’ipotermia, inoltre, può essere acuta quando la temperatura scende velocemente (come nel caso della caduta in acque gelide) o cronica quando la temperatura tende a scendere in un arco di tempo più lungo (come nel caso di una pescata di troppe ore).

I sintomi dell’ipotermia sono: stanchezza fisica, sonnolenza, brividi, difficoltà motoria e respiratoria e rallentamento del battito cardiaco. è importante sempre tenere a mente questi sintomi che possono essere il segnale per stabilire la fine della pescata a tutto vantaggio della vostra salute.

Da evitare, in caso di ipotermia, sono tutti i metodi di riscaldamento esterni come bagni caldi, impacchi, borse calde mentre è consigliabile fare bere al soggetto qualcosa di caldo e portarlo quanto prima al pronto soccorso senza fargli subire scossoni. è importante anche togliere gli indumenti bagnati  coprirsi con altri asciutti. infine star distesi aiuta il cuore a far circolare il sangue con uno sforzo minore, quindi la posizione sdraiata rende più facile il recupero di coscienza.

 

IPOGLICEMIA

Nei soggetti normali insorge solo se la nostra alimentazione è povera di carboidrati o se si è digiuni da molto. i sintomi sono debolezza generale e una maggior perdita di calore corporeo, quindi una maggior suscettibilità all’ipotermia.

 

COMPENSAZIONE

La compensazione è una tecnica per bilanciare la pressione dell’orecchio medio (parte timpanica e annessi) con quella dell’ambiente. In poche parole la pressione esterna spinge i nostri timpani verso l’interno e, con la compensazione, noi equilibriamo questa forza nelle varie maniera conosciute (soffiare con il naso otturato, provando a sbadigliare o deglutendo). per quanto riguarda l’apnea però è necessario utilizzare delle particolari metodiche che vengono insegnate nei corsi d’apnea che sono vivamente consigliati per iniziare questo sport. Tralasceremo i cenni storici delle origini delle tecniche, passando direttamente ad una breve descrizione delle stesse.

Manovra di Marcante-Odaglia (Manovra Frenzel)

La lingua chiude il collegamento con i polmoni, iniziando un movimento simile alla deglutizione e in seguito fungendo da pompa, verso l’alto, per esercitare la spinta pressoria verso l’orecchio medio. questa manovra si effettua a narici chiuse.

Manovra di Valsalva

È una manovra di sola pressione che si esercita contraendo i muscoli addominali e, dopo aver chiuso il naso con le dita, cercando di forzare le tube per immettere aria all’interno dell’orecchio medio. questa manovra ha il “difetto” di essere abbastanza faticosa ed aumenta notevolmente la presione al livello polmonare, quindi a lungo andare, se non si è allenati, potrebbe causare una pre-sincome o una sincope (di cui si parla più sotto.

Manovra di Toynbee

utilizza la deglutizione, effettuata a bocca e naso chiusi, per ottenere la compensazione richiesta. È la manovra più delicata in assoluto da effettuarsi per la compensazione, in quanto l’aria non viene forzata bensì si utilizza solo il movimento dei muscoli per la deglutizione per aprire le tube facendo fluire il gas dalla rinofaringe all’orecchio.

EPISTASSI

Di per se non è una vera e propria patologia. consiste nella perdita di sangue da una o da entrambe le narici e solo in rari casi è preoccupante. la principale causa, per quanto riguarda la pesca subacquea, è l’infiammazione della mucosa. onde evitare questi episodi è consigliabile evitare di immergersi quando si è raffreddati o quando le narci sono otturate dal muco ed uscire quanto prima quando il sanguinamento insorge durante l’immersione; ricordiamoci che più è umida una ferità e più ci metterà, il nostro organismo, a fermare l’emorragia (e se si pesca in mari tropicali o oceanici ricordiamoci che sono frequentati da predatori come gli squali, molto sensibili all’odore e al sapore del sangue). un consigli che posso darvi per esperienza personale è quello di non lasciare attaccata alla narice cotone idrofilo o garze in quanto si attaccheranno alla ferita e staccheranno il coagulo formatosi facendo riprendere l’emorragia.

PRE SINCOPE

E’ quello stato che precede la sincope e si manifesta con sintomi quali la sonnolenza e la forte debolezza fisica; se colti da questi sintomi è fortemente consigliabile liberarsi da ogni zavorra, restare in superficie a respirare e segnalare il problema al compagno di pesca.

SINCOPE o meglio Blackout

E’ una condizione caratterizzata da una improvvisa perdita di coscienza.

Può essere transitoria e associata ad alterazioni del flusso circolatorio e delle funzionalità respiratorie, oltre che ad una generale riduzione della potenza muscolare. nella pesca subacquea avviene quando si prolunga eccessivamente l’apnea ed è un evento tanto repentino quanto letale. Per questo motivo è fondamentale tenersi ampiamente entro il proprio limite e ricordarsi che nessuna cernia, tonno, pesce spada o preda da sogno vale la nostra vita. Se ci manca il fiato meglio mollare il fucile, sganciare la cintura e tornare in superficie prima possibile piuttosto che rischiare di non risalire per un pranzo o una cena da re.

Riporto, di seguito, la citazione di un mio amico, durante una conversazione su cosa fare in evenienza di una pre sincope: “tu cerca di fare in modo che non ti venga nemmeno una pre pre pre sincope e vedrai che non avrai problemi”.

In poche parole, il mio amico voleva esortarmi a fare sempre attenzione ad ogni parametro di sicurezza che, per l’appunto, non è mai troppa, specialmente in mare!