L’impatto della PIA

Sull’impatto della pesca in apnea: considerazioni sull’indagine di Zaragoza et al. 2007 (1) relative all’impatto della pesca in apnea nella zona di Port Creus (Catalogna).

L’indagine in esame è spesso stata impiegata per dimostrare, erroneamente e in modo arbitrario, come la pesca in apnea possa essere fortemente impattante sulla risorsa ittica.

La Federation Chasse Sous Marine Passion, ha a suo tempo prodotto un lavoro di confutazione dei risultati riportati, analizzando in modo rigoroso il metodo adottato dagli autori per convertire in peso il pescato, di cui fu rilevata solo la lunghezza dei singoli esemplari prelevati.

Grazie ai buoni rapporti instauratisi con FCSMP abbiamo avuto modo di prendere in esame le loro controdeduzioni e condividerne le conclusioni. Viene infatti dimostrato come il metodo adottato da Zaragoza et al. abbia portato ad una sovrastima del peso del 100% circa, causata dall’uso di tabelle di conversione della lunghezza degli esemplari delle singole specie in peso: tabelle la cui accuratezza è quanto meno discutibile. Questa analisi può essere consultata direttamente sul sito di FCSMPassion.

Da parte nostra proveremo invece ad analizzare un dato, riportato nel lavoro originale, che ci pare interessante: intendiamo parlare del dato ottenuto mediante osservazione e colloquio diretto con i pescatori in apnea.

Zaragoza et al., riportano infatti le interviste dirette fatte a 65 pescatori in apnea, relative a 91 uscite in mare comprese tra il 1° maggio e il 15 ottobre 2007. Ciò ha permesso di calcolare un prelievo totale stimato in 218 kg di pesce di varie specie. Il peso dei singoli esemplari e quindi del totale, fu appunto stimato utilizzando tabelle di conversione lunghezza/peso per singola specie. L’indagine non precisa il livello di abilità dei pescatori intervistati ne la durata temporale delle loro battute.

Sulla stima del peso

Il lavoro di FCSMP mostra inequivocabilmente che le tabelle di conversione lunghezza/peso, utilizzate da Zaragoza et al., portano ad una sovrastima del peso finale mediamente del 100%. Siamo quindi propensi ad utilizzare come peso totale 109 kg come peso da prendere in esame.

Sulla stima dei pescatori-campione

Le uscite considerate sono state 91, i pescatori-campione 65: ovvero una media di 1,4 uscite per pescatore. E’ quindi evidente che se tra i 65 pescatori fosse stato intervistato più volte un grande pescatore si otterrebbe un risultato medio fortemente indirizzato verso l’alto, così come se fosse stato intervistato più volte un pescatore neofita il risultato finale sarebbe stato influenzato verso il basso. Su questo argomento non è possibile condurre ulteriori considerazioni e si dovrà utilizzare il dato per quello che è.

Conclusioni

109 kg / 91 uscite = 1,2 kg per uscita in mare (dove potrebbe essere associato un errore almeno del 33%)

Il dato medio di 1,2 kg per pescatore per uscita in mare, per quanto incerto, mostra come la pesca in apnea abbia operato dei prelievi quantitativamente adatti al consumo familiare e non certo massivi.

Il dato non può tuttavia quantificare la pressione sulla risorsa, che è funzione del rapporto tra prelievo e accrescimento della biomassa specifica. Al più, può essere utilizzato per calcolare grossolanamente, e limitatamente al periodo indagato, il prelievo complessivo in quell’area da x pescatori per y uscite in mare. Il dato avrebbe invece potuto essere confrontato con il prelievo professionale operato nella stessa area e nello stesso periodo: ma ciò non è stato fatto. E’ comunque evidente che non potrà mai fornire un’indicazione dell’impatto sulla risorsa o dare un’indicazione sulla sostenibilità della pesca in apnea, come gli autori, e soprattutto alcuni lettori in malafede, hanno preteso di indicare.

  1. Zaragoza N., Caballero D., Lloret J., Riera V., 2007 – La chasse sous-marine dans le Parc Naturel de Cap de Creus : aspects biologiques et socioéconomiques. Etude MedPAN/Parc Natural de Cap de Creus/Interreg IIIC Sud. 36 p. En ligne : http://www.medpan.org/_upload/1074.pdf