A proposito di tubo aeratore

Il Tubo aereatore, chiamato anche boccaglio o snorkel, è in genere poco considerato nelle discussioni sull’attrezzatura del pescatore in apnea. Il suo relativamente basso costo e la sua standardizzazione, lasciano poco spazio ad interventi per miglioramenti “tecnologici” o “folcloristici” eclatanti. Tuttavia è un attrezzo indispensabile: permette il nuoto in superficie o il semplice stazionamento a galla con facilità, grazie al fatto che ci permette di essere totalmente sostenuti, potendo comunque respirare tenendo la testa sotto il pelo dell’acqua.

Gli unici suggerimenti che si possono dare per un acquisto oculato sono: deve essere adatto alla forma della nostra bocca in modo da non affaticare le mandibole o irritare labbra e gengive, corto e di diametro generoso per evitare i ristagni d’aria al suo interno.

Il boccaglio associato alla maschera ci permette così di percorrere lunghi tratti a nuoto, con o senza pinne: distanze che senza questi attrezzi non potremmo permetterci.

Relativamente all’uso del boccaglio, è giocoforza affrontare anche qualche cenno sull’apnea in pesca e su tutte quelle tecniche e precauzioni che sono considerate ormai assodate e sono state riportate da tutta la bibliografia sull’argomento:

• Escludendo la ventilazione a bocca libera (perché pochissimo praticata in pesca e potrebbe essere argomento da trattare più diffusamente), la ventilazione dovrebbe avvenire attraverso un boccaglio idoneo.

• Escludendo le apnee nel bassissimo fondo, per le altre apnee, e intendiamo quelle che ognuno compie a seconda dei suoi mezzi, sarebbe buona norma zavorrarsi in modo da essere positivi negli ultimi metri di risalita. Questo comporta un minor affaticamento nella fase più critica dell’apnea.
• In superficie sarebbe buona norma trattenere il boccaglio con il solo morso e, all’atto della capovolta, toglierlo dalla bocca e tenerlo in mano invece che fissato nel/al cinghiolo della maschera. Questa soluzione non influisce sulla ventilazione in superficie, ma comporta i seguenti vantaggi:
1. meno attrito, vibrazioni e bolle in fase di discesa e risalita;
2. in risalita rapida non sposta la maschera;
3. evita lo spostamento della maschera causato da eventuali urti contro gli scogli;
4. quando si emerge la bocca è già libera per respirare. Tenendolo in bocca, lo sforzo per espellere l’aria dall’aereatore, potrebbe essere quello fatale;
5. nel malaugurato caso di un “black out” solitamente la bocca si irrigidisce in posizione di chiusura con il così detto trisma mandibolare. Questo chiude le vie aeree e impedisce l’allagamento dei polmoni. Se si tiene il boccaglio in bocca, la porta per l’acqua rimane aperta;
6. nel caso di un malaugurato malore, un sub a galla senza boccaglio desta allarme e, probabilmente, genera tentativi di soccorso.

Fermo restando che è condiviso che l’aria deve essere espulsa negli ultimi tratti della risalita senza forzare, in merito ai primi atti respiratori all’atto dell’emersione, sono state riportate due teorie: la prima teoria dice di svuotare molto i polmoni ed inspirare la maggior quantità di aria possibile; la seconda dice di svuotarli parzialmente ed inspirare con tranquillità: il tutto, comunque, prima di rimettersi il boccaglio.
Senza entrare nel merito delle teorie sulle pressioni parziali, non svuotando completamente i polmoni si dovrebbe evitare l’affondamento parziale o totale in caso di perdita di conoscenza.

Poiché i meccanismi biochimici sulle apnee “tiratissime”, o addirittura causa di sincope, sono ancora oggetto di studio con conoscenze, strumentazioni e metodi generalmente a noi inaccessibili, possiamo solo invitare alla prudenza: apnee non “tirate” e ripresa della respirazione in modo controllato e senza forzare, sia in espirazione sia nella successiva inspirazione, sono un buon compromesso per la sicurezza.

Qualcuno consiglia anche di recuperare l’aria compensata nella maschera che si espande durante la risalita: penso che se l’operazione avviene senza sforzi non dovrebbe presentare controindicazioni, anche se dato il ridotto volume delle nostre maschere dovrebbe contribuire molto poco. Negativo, invece, sarebbe costringersi a sforzi sul sistema rinofaringeo per tentare questo recupero.

Infine, attenzione: stress, sovraffaticamento, metabolismo che si altera, ecc., anche quando effettuiamo un’apnea “normale”, possono farci correre qualche rischio. Quindi, prudenza: si può anche uscire un’ora prima.