Anche i sub meno esperti potrebbero trovare in queste pagine solo informazioni conosciute ed apparentemente scontate, ma vi parlerò dell’attrezzatura rivolgendomi soprattutto ai neofiti, quindi principalmente a chi ha necessità e fame di informazioni, nozioni e anche qualche curiosità.
Non è per niente semplice trattare un argomento così ampio e vasto come quello dell’attrezzatura subacquea senza dilungarsi o addentrarsi in argomenti specifici, ma in queste pagine proveremo a dare delle linee guida su quello che dovrebbe essere l’equipaggiamento di base per poter affrontare delle battute di pesca in sicurezza e perchè no, anche confortevoli e divertenti. In teoria la dotazione ridotta ai minimi termini potrebbe essere composta anche solo da pinne, maschera, aeratore e un fuciletto o addirittura un raffio, senza mai dimenticare la boa di segnalazione (obbligatoria per legge), ma questa è una configurazione di attrezzatura un po’ troppo improvvisata e povera per chi ha intenzione di avvicinarsi alla pesca in apnea. Ma iniziamo a vedere gli accessori e fare una breve descrizione per ognuno.
LA MASCHERA:
La maschera è un accessorio fondamentale per la pesca in apnea, infatti essa ci permette di vedere quello che succede sotto il livello del mare: ci consente di vedere gli oggetti ben distinti, perché frappone tra noi e l’acqua, l’aria. Non dimentichiamo però che la visione che si ha dalla maschera, è una visione modificata rispetto al normale, poiché i raggi luminosi che consentono a noi la vista, subiscono l’effetto della rifrazone dell’acqua, dell’aria e del vetro della maschera e dunque l’immagine risulterà distinta, ma ingrandita e ravvicinata. Esistono diversi tipi di maschere ma la tipologia che più si presta per praticare la pesca in apnea deve avere il maggior campo visivo ed allo stesso tempo il minor volume interno possibile per permetterci sia di osservare bene quello che ci succede attorno senza muovere troppo la testa, sia di compensare agevolmente durante le nostre immersioni. La scelta della maschera è sempre molto delicata e personale, infatti, al momento di acquistarla, dobbiamo accertarci che sia il più possibile compatibile e confortevole per il nostro viso, evitando spiacevoli fastidi quali infiltrazioni d’acqua o eccessive pressioni sul viso. Per chi avesse qualche problema di vista non si scoraggi, ormai si trovano abbastanza facilmente in commercio delle lenti graduate, anche personalizzate da sostituire a quelle originali.
Conservazione e manutenzione: La maschera, per mantenersi in ottimo stato nel tempo, necessita di alcune accortezze. La prima, che ritroveremo praticamente per tutta l’attrezzatura, è quella di lavarla bene con acqua dolce dopo averla utilizzata e ricordatevi che l’esposizione prolungata al sole rovina le plastiche e le gomme, quindi è sempre meglio lasciare asciugare al riparo da esso. Inoltre sarebbe meglio conservare la maschera dentro custodie rigide che impediscano qualsiasi deformazione quando non la usate o durante i trasporti. Infine spendiamo qualche altra parola sul problema dell’appannamento. Per evitare che la maschera si appanni esistono svariati modi più o meno efficaci, dal più classico sputo sulle lenti, al dentifricio, ai prodotti anti appannamento, ai metodi più complicati come bruciare le lenti per eliminare i residui di silicone. Date un’occhiata anche allo specifico articolo sull’appannamento della maschera nella sezione “articoli e ricerche” del nostro sito.
L’AREATORE O BOCCAGLIO:
Tra gli accessori è forse il più semplice ed economico ma allo stesso tempo indispensabile perchè ci permette di respirare tenendo la testa sott’acqua. Non c’è molto da dire su questo accessorio, potete scegliere quello che più vi piace o che più vi sembra comodo da utilizzare. L’unica cosa da tenere in conto è che abbia un diametro che consenta di inspirare ed espirare senza sforzo (cosa che accade se il diametro è troppo stretto o troppo largo).
Conservazione e manutenzione: Lavate il boccaglio con acqua dolce dopo averlo utilizzato e lasciatelo asciugare al riparo dai raggi del sole per mantenerlo sempre in ottimo stato di conservazione.
LE PINNE:
Le pinne hanno un ruolo importantissimo nella nostra attrezzatura perchè ci permettono di muoverci in superficie e sotto la superficie del mare e di effettuare immersioni ed emersioni rapide e sicure. Le pinne che più si adattano alla pesca in apnea sono quelle a pale lunghe. Quando acquistate le pinne, dovete dare importanza alla scelta della scarpetta che dev’essere morbida e comoda quando la calziamo e ci deve dare la possibilità di tenerle al piede anche parecchie ore. Come già detto, le pale devono avere una lunghezza proporzionata all’utilizzo nella pesca in apnea e possono essere realizzate in vari materiali: plastiche, materiali compositi e fibra di carbonio. Anche la durezza della pala è un fattore da tenere in conto, infatti le pale morbide sono indicate per chi ha poco allenamento o per chi ha un fisico longilineo, mentre le pale dure sono indicate per chi ha gambe ben allenate e corporatura più imponente. Anche per i materiali dunque, la nostra scelta dovrà tener conto dell’utilizzo finale o comunque più frequente.
Conservazione e manutenzione: Le pinne, che possono arrivare a costare anche svariate centinaia di euro per i modelli più tecnici, se ben tenute e conservate, possono durare davvero parecchi anni, quindi vale la pena averne cura lavandole e lasciandole asciugare al riparo dal sole. Fate in modo di conservare e trasportare le vostre pinne in modo che ne’ le scarpette, ne’ le pale possano danneggiarsi o subire deformazioni.
LA MUTA:
La muta è uno di quegli accessori su cui c’è da dire davvero tanto e naturalmente è un elemento praticamente indispensabile. I materiali, le tipologie e gli spessori delle mute attualmente in produzione, riescono a soddisfare qualsiasi gusto o esigenza personale e non sono pochi ormai anche gli artigiani che realizzano mute su misura come veri e propri atelier. La muta è la nostra pelle subacquea e ci protegge non solo dal freddo in tutte le stagioni, ma anche dai raggi del sole in estate, dalle abrasioni dovute al contatto con rocce, scogli, ricci ed altro ancora. Il materiale principale per realizzare le mute è il neoprene espanso. Le mute più utilizzate per la pesca in apnea solitamente hanno l’interno in neoprene che viene posto direttamente a contatto con la pelle, mentre l’esterno può essere foderato o meno. Per indossare queste mute è necessario bagnare l’interno con dell’acqua saponata per far scivolare il neoprene sulla pelle durante la vestizione. Per pescate impostate con partenza da terra, risulta più adatta una muta foderata esternamente, mentre, per pescate impostate con mezzo nautico di appoggio può essere più indicata una muta liscia anche all’esterno, per la rapidità con cui si asciuga durante i vari spostamenti e per la maggiore capacità termica. Naturalmente in commercio esistono anche dei modelli bifoderati, che hanno il grande pregio di essere indossabili senza bisogno di acqua saponata. Per contro hanno una capacità termica inferiore rispetto alle mute in spaccato interno (cioè con lo strato di neoprene direttamente a contatto con la pelle), oltre ad avere spesso la cerniera. Possibilmente quando scegliete una muta per la pesca in apnea fate propendere la vostra scelta su giacche prive di cerniere e pantaloni a vita alta. E’ importante, soprattutto nei periodi più freddi, che la muta abbia la maggior tenuta stagna possibile, riducendo al massimo la circolazione d’acqua.
Lo spessore della nostra muta può variare a seconda della stagione, dei luoghi dove si va a pesca, dalle proprie percezioni personali del freddo e degli agenti atmosferici. Semplificando molto potremmo dire che per i mesi più caldi si utilizza la muta da 3 millimetri, per la stagione intermedia quella da 5mm e per quella più fredda da 7mm ed anche oltre.
Conservazione e manutenzione: La muta è forse la cosa più delicata dell’attrezzatura, quindi dobbiamo dedicarle particolari attenzioni sia quando la laviamo, possibilmente lasciandola immersa in acqua dolce, avendo cura di non utilizzare prodotti aggressivi, sia facendola asciugare, come sempre, lontano dai raggi del sole. Non utilizzate mollette o ganci che potrebbero rovinare il neoprene. Conservatela e trasportatela con un po’ di attenzione, facendo in modo che non entri in contatto con oggetti taglienti o che comunque potrebbero danneggiarla. Un altro punto delicato della muta lo troviamo nelle giunture tra le varie parti di cui è composta. Cercate di esaminare queste giunture ogni volta che lavate e asciugate la vostra muta e se necessario rinforzatele o riparatele con le apposite colle neopreniche, facilmente reperibili nei negozi che trattano attrezzatura per la pesca in apnea e a costi decisamente accessibili. Ricordatevi di prestare un po’ di attenzione anche quando indossate e svestite la muta evitando di maltrattarla più del dovuto. Solitamente le mute più delicate, sono quelle in liscio esterno e spaccato interno, mentre il fatto di avere lo strato esterno foderato, garantisce una sempre buona termicità, ma allo stesso tempo una robustezza maggiore. Le mute bifoderate invece, sono le più robuste, ma sicuramente quelle con minor capacità termica e minore elasticità.
ACCESSORI IN NEOPRENE:
Possiamo includere in questa categoria i guanti, i calzari e i vari sottomuta, bermuda ecc. che troverete in commercio di diverse taglie e spessori e che, una volta indossati, andranno ad integrare il “corredo” della vostra muta. In particolare, i guanti assumono una notevole importanza anche a livello di protezione delle mani, mentre i sottomuta, i calzari ed i bermuda hanno soprattutto la funzione di integrare il livello di protezione termica del corpo.
Conservazione e manutenzione: Non ci sono particolari accorgimenti per questi accessori se non, come già ripetuto per le altre attrezzature, quello di lavare bene con acqua dolce e lasciar asciugare al riparo dal sole battente.
LA ZAVORRA:
La zavorra non è altro che una cintura in gomma o in cordura, con delle piastre di piombo in quantità tale da permetterci di contrastare la galleggiabilità che abbiamo acquisito indossando la muta. La quantità di piombo necessaria per trovare un assetto ideale dipende da svariati fattori quali: peso corporeo, spessore e galleggiabilità del neoprene, profondità di esercizio. Comunque possiamo dire in modo molto semplice che di solito una buona base di partenza per poter ottenere il nostro assetto ideale si ottiene utilizzando un chilo di piombo ogni dieci kg di peso corporeo. Poi spetterà a voi fare le prove e trovare la vostra zavorra ottimale.
Conservazione e manutenzione: Non mi sento di consigliare nessun particolare accorgimento per la cintura se non quello di lavarla ogni tanto in acqua dolce, ma ricordatevi di verificare periodicamente che non ci siano segni di cedimento nella fibbia e nella cintura.
INTEGRAZIONE ZAVORRA:
Per ottenere un assetto perfetto, esistono in commercio “schienalini” e “cavigliere” che ci permettono di distribuire la nostra zavorra in vari punti del corpo. Lo schienalino non è altro che un accessorio in neoprene , simile ad un “gilet”, con delle tasche per inserire dei piombi. Esistono degli schienalini che permettono di inserire dei piombi classici da cintura da 1 kg, mentre altri hanno delle tasche di forme particolari che consentono l’inserimento di piombi specifici per lo schienalino in questione. Le cavigliere, simili a bracciali, invece sono solitamente da 500 grammi l’una e vengono vendute spesso con del neoprene esterno che riveste il piombo e con del velcro per bloccarle alla caviglia. La loro funzione è quella non solo di distribuire il peso, ma di aiutare a tenere le gambe basse sia nella pinneggiata, sia quando si staziona sul fondo.
Conservazione e manutenzione: Dopo ogni pescata, si lava in acqua dolce e si lascia asciugare al riparo dal sole diretto.
COLTELLO:
Il coltello è un accessorio importante da tenere sempre con se, sia per finire una preda appena catturata, sia per tagliare eventuali reti o sagole in cui ci si potrebbe impigliare. Solitamente non servono coltelli di grandi dimensioni per la pesca in apnea, ma è necessario che siano sempre con la lama ben affilata ed appuntita. Possono essere tenuti in vari punti del corpo: sulle gambe, sul braccio o anche appesi alla cintura dei piombi.
Conservazione e manutenzione: Anche qua si consiglia il lavaggio in acqua dolce dopo ogni pescata e un’asciugatura che scongiuri la formazione di ruggine. Periodicamente si consiglia di controllare la lama e in caso di affilarla.
FUCILE:
Questo è l’accessorio essenziale per la pesca in apnea. E’ quello che ci permette di catturare le prede e, dunque, è essenziale trovare un fucile adatto a noi. Per prima cosa è importante dividere i fucili subacquei in due categorie: gli arbalete e gli oleopneumatici. Gli arbalete sono dei fucili costituiti essenzialmente da un fusto, un’asta e degli elastici. Possono essere di alluminio, di carbonio o di legno. Ne esistono di varie misure, dai corti (50-60 cm) ai lunghi (110 cm e oltre) e possono essere equipaggiati con uno o più elastici di vario spessore. Nella scelta di un arbalete è necessario per prima cosa stabilire che tipo di pesca si vuole fare. Se si è dei neofiti, è consigliabile utilizzare dei fucili di misura media (75 cm), con un elastico e con un fusto in alluminio. Dico ciò, perché un fucile con queste caratteristiche, consente di poter effettuare un po’ tutti i tipi di pesca; presentano un buon brandeggio, una discreta gittata e la possibilità di effettuare dei tiri anche in tana senza spuntare o rompere l’asta. Per praticare la pesca in tana, sono consigliabili i fucili corti e dunque non eccessivamente potenti, ma piccoli e maneggevoli, che consentono tiri ravvicinati.
Per la tecnica dell’agguato invece sono preferibili fucili di media lunghezza e con buona brandeggiabilita. Per la tecnica dell’aspetto, sono consigliabili fucili lunghi (dal 90cm in su) che consentono tiri di ottima gittata. I materiali di cui sono composti è un altro parametro da tenere in conto per le differenze di massa (dunque minor rinculo), brandeggiabilità e delicatezza del materiale. Ognuno in base alle proprie esigenze, deciderà su che tipo di materiale optare. Altro fattore importante è l’impugnatura, che deve garantire una presa salda e confortevole. Deve consentire di disporre il polso in maniera da assorbire/contrastare correttamente il rinculo, facendoci guadagnare potenza e precisione nel tiro. Per quanto riguarda gli elastici, ne esistono di vari diametri (essenzialmente dai 14 ai 20 mm) e con elastomeri di varia natura (reattivi o progressivi). Le aste più utilizzate presentano diametri dai 6 ai 7 mm. Sembra una piccola differenza, ma un’asta da 6 mm consente tiri veloci nel breve ed è consigliabile per la cattura del pesce bianco (orate, saraghi ecc.), mentre un’asta da 7 mm consente tiri un po’ più lenti essendo più pesante, ma ha una capacità penetrativa maggiore ed è dunque consigliabile per la pesca di grossi pelagici o comunque di pesci di mole.
L’altra categoria di fucili subacquei è quella degli oleopneumatici. Questi sono fucili un po’ più complessi nella loro struttura rispetto agli arbalete, ma estremamente potenti. Funzionano grazie a dell’aria che viene compressa all’interno e che al momento del tiro fornisce la spinta all’asta. Anche in questo caso ne esistono di varie misure e di vari modelli in base al tipo di pesca che si predilige fare. Nel caso venga montato un arpione, per caricare il fucile, è necessario utilizzare degli accessori detti “carichini”, cosa non necessaria quando si utilizza una fiocina. Attualmente sono in commercio anche dei kit che possono essere montati su alcuni oleopneumatici, chiamati “sistemi sottovuoto”, progettati e realizzati per migliorare le prestazioni del fucile.
Un’altra categoria di fucili che è giusto tenere in considerazione, sono i roller. Sono degli arbalete che sfruttano una diversa disposizione degli elastici rispetto ai classici arbalete, mediante un sistema di carrucole.
Conservazione e manutenzione: E’ bene lavare dopo ogni pescata il fucile in ogni parte, in maniera da eliminare tutto il sale. Nel caso degli oleopneumatici, è necessario cambiare periodicamente le guarnizioni e l’olio all’interno. E’ anche importante controllare periodicamente la pressione all’interno del fucile e, nel caso, portarla ai valori desiderati.
Negli arbalete in legno è importante ripristinare la verniciatura in caso di graffi più o meno marcati. Ciò impedirà all’acqua di penetrare nel legno e, con il tempo, di danneggiarlo. Dunque si consiglia di effettuare la manutenzione impiegando resine epossidiche, vernici bicomponenti o flatting. Consultate in questo caso il produttore del fucile in maniera da farvi consigliare la cosa giusta da fare. Inoltre si consiglia di controllare gli elastici: quando questi presentano dei segni di cedimento, sostituirli, senza modificare la configurazione del fucile. Solo con una discreta esperienza, si potrà mettere mano al fucile e personalizzarlo a piacimento; in tutti gli altri casi si sconsiglia di modificare la configurazione originale. Altra cosa che richiede manutenzione è l’asta, che va tenuta sempre appuntita. Dopo ogni pescata dunque controllate la punta e nel caso sistematela, bastano una lima e un po’ di pazienza.
BOA O PLANCETTA:
Questo accessorio non solo può rivelarsi fondamentale durante le nostre pescate, ma è obbligatorio per legge quando non si ha una barca appoggio con esposta la bandiera rossa con striscia bianca trasversale che serve a segnalare la presenza di un sub in acqua. Anche la nostra boa/plancetta deve sempre avere ben in vista questa bandiera di segnalazione.
La plancetta, versione “multifunzione” della più semplice boa, ci permette di portare comodamente con noi diversi oggetti e accessori utili durante la pescata. Possiamo trasportare dai più semplici oggetti come le chiavi della macchina, a borracce per dissetarci, ma anche fucili di riserva, raffi, retini e tanto altro ancora. Per portare “a spasso” con noi la nostra boa, utilizzeremo della sagola più o meno lunga a seconda delle nostre esigenze, poi ognuno deciderà come trasportarla, se legata alla cintura o trainata a mano. Una soluzione consigliabile è quella “con pedagno”, un peso che può essere attaccato alla cintura e all’occorrenza sganciato rapidamente per liberarsi dalla boa e lasciarla “ancorata” vicino a dove stiamo pescando. Il pedagno, e quindi la boa, saranno recuperati una volta che decideremo di spostarci. La soluzione di legare la sagola al calcio del fucile è sconsigliabile. E’ sicuramente meno pericolosa che avere la sagola legata direttamente in cintura ma, comunque, crea disturbo all’azione di pesca.
Conservazione e manutenzione: le raccomandazioni sono sempre le stesse, lavate ed asciugate la vostra plancetta e lasciatela asciugare. Spesso le plancette sono realizzate in materiale abbastanza resistente, avendone cura vi potrà durare per molto tempo.
CONCLUSIONI: Come avrete notato, la cosa principale da fare per la manutenzione dell’attrezzatura, è quella di lavare tutto con cura in acqua dolce e non esporre mai nulla al sole. Soprattutto se siete dei neofiti, prima di fare qualsiasi acquisto, vi consiglio di chiedere sempre aiuto ad amici più esperti di voi, o al negoziante da cui vi fornite. Anche tramite il web potete trovare tante informazioni sui vari prodotti e tanti consigli utili nei siti e forum di pesca sub. Quindi tenete sempre efficiente la vostra attrezzatura, vi durerà nel tempo e vi potrà regalare molte soddisfazioni.
Maurizio Melis e Stefano Urracci (Rev. 1 dicembre 2017)