Ep 115 Maurizio Marini dalla pesca sub all’apnea pura. Come giocarsi un mondiale in tre respiri
Un segnale divino… Il mare, la pesca subacquea e l’apnea. Un percorso controcorrente: sarebbe stato troppo facile passare dal fucile all’apnea, ma Maurizio Marini , da vero fuoriclasse, ha fatto il contrario e lo ha dimostrato con i risultati: restare 8 minuti e 43 secondi senza respirare non è più roba da umani, ma da cetacei.
Ma qual è la correlazione tra pesca e apnea pura? E quanto conta essere un grande apneista per eccellere nell’arte della pesca subacquea?
La risposta è semplice e complessa allo stesso tempo. La pesca sub richiede tecnica, strategia e freddezza, ma soprattutto padronanza del proprio respiro. L’apnea non è solo un mezzo: è la chiave che apre le porte di un mondo fatto di silenzi, intuizioni e attese. Chi sa dominare l’apnea entra nel mare con rispetto e consapevolezza, muovendosi come parte dell’ambiente.
Essere un grande apneista non significa solo trattenere il fiato a lungo, ma saper leggere dentro se stessi, gestire lo stress, rallentare il battito del cuore anche quando l’adrenalina sale. È questo che fa la differenza tra chi va sott’acqua per sparare e chi, invece, pesca per entrare in simbiosi con l’elemento.
E Maurizio, con il suo percorso atipico e straordinario, lo ha dimostrato: l’apnea non è solo preparazione alla pesca, è la sua essenza più profonda.