Cambiano gli scenari per la pesca in apnea?
La FIPIA si occupa della difesa della pesca in apnea nel rispetto delle leggi e del mare. Per statuto non ci occupiamo di agonismo e nei nostri interventi non ci siamo mai occupati delle cose di casa FIPSAS.
Continueremmo su questa linea, ma quello che sta accadendo in FIPSAS ci obbliga a qualche riflessione.
Il primo marzo 2014 è stata convocata la 58a Assemblea Straordinaria FIPSAS a Cecina, nella quale sarà sottoposto a voto un nuovo Statuto Federale, pubblicato sul loro portale in bozza.
In sintesi, in questa bozza si nota una contrazione dell’interesse per le attività subacquee a favore delle tecniche di pesca dalla superficie.
Per un’analisi più approfondita di quanto il nuovo Statuto andrà a modificare Vi invitiamo a leggerne la bozza direttamente sul sito della FIPSAS, oppure a leggerne alcuni commenti molto analitici sul sito http://www.apneamagazine.com/articolo.php/15254
Per parte nostra, avevamo da tempo notato che la FIPSAS stava allontanandosi dalla pesca in apnea, così come la posizione dei suoi vertici federali fosse sempre meno interessata alla difesa della pesca in apnea agonistica; questo, dopo aver dimostrato più volte di aver poco o nessun interesse alla difesa della pesca in apnea ricreativa.
Probabilmente i vertici federali hanno ritenuto che l’unico sbocco possibile per giustificare la sostenibilità della pesca agonistica, fosse la tecnica del Catch& Release. Questa tecnica non è certo applicabile nella PIA ma, come da tempo andiamo dicendo, la discussione sull’impatto sulle risorse del mare provocato dalla pesca non commerciale andrebbe affrontato in termini di sostenibilità del prelievo e non in termini fideistici, o di ricerca di formule “politicamente corrette”, o di ammiccamento ai dogmatismi di una parte del mondo animalista.
L’allontanamento di una Federazione nazionale dalla pesca in apnea è stato già visto in Francia, dove la FFESSM, dopo annosi scontri interni tra “bombolari”, cannisti, ecologisti e pescatori in apnea, ha abbandonato l’agonismo nella PIA. Contestualmente ai tavoli ministeriali ha abbandonato anche la difesa della pesca in apnea ricreativa in favore del più numeroso e remunerativo gruppo dei pescatori di superficie (la vicenda sulla moratoria alla corvina insegna).
Nel nostro paese già oggi la pesca in apnea è quasi assente ai tavoli consultivi o di concertazione. Abbiamo da sempre dichiarato la nostra volontà di essere sinergici alla FIPSAS nella difesa della nostra passione, avremmo voluto essere una voce in più di fronte al legislatore. Probabilmente ci troveremo invece a essere la sola voce in difesa della pesca in apnea ricreativa.
Il “censimento” MIPAAF, per quanto poco aggiornato, testimonia la presenza nel nostro paese di circa 1.000.000 di pescatori in mare, dei quali oltre 300.000 dichiarano di praticare anche la pesca in apnea.
Numeri così elevati “alluzzano” i politici famelici e quanti vorrebbero diventare i loro gabellieri; spaventano invece gli “ecologisti”, gli animalisti talebani e offrono il pretesto alla pesca professionale per scaricare le colpe di una storia di prelievo dissennato.
A fronte di tutto ciò, si rende ancor più necessario il nostro impegno nelle azioni di proselitismo, così come si rende indispensabile la presa di posizione da parte di quei 300.000 appassionati, per ora visibili solo attraverso il censimento.
Dobbiamo essere quindi pronti a sostenere il peso di questo dibattito, ma solo se riusciremo ad avere i “numeri” riusciremo a farci sentire.
Il Consiglio Direttivo F.I.P.I.A.