F.I.P.I.A./IFSUA – Comunicato del C.D.
La “ghettizzazione” della pesca in apnea dovrebbe vedere tutti i suoi attori, praticanti, produttori, media e organismi di rappresentanza, impegnarsi nel difendere la possibilità di continuare a praticarla.
Da sempre FIPIA ha tentato di stimolare in questa direzione, finalmente nel 2012, su iniziativa di Cressi, Omer , FEDAS (la federazione spagnola) e FIPSAS, si costituiva a Barcellona l’IFSUA (International Forum for Sustainable Underwater Activities), con lo scopo di organizzare la partecipazione di suoi rappresentanti ai “tavoli” di lavoro europei.
IFSUA si definisce: “un’organizzazione non-profit creata per difendere insieme ai suoi membri gli interessi del mare e la sua promozione, difendere e diffondere inoltre la pratica responsabile delle attività subacquee…. “ (da www.ifsua.net)
Non potevamo non coglierne l’importanza e chiedemmo da subito di farne parte, nei limiti delle nostre possibilità economiche. L’adesione sarebbe costata alcune migliaia di euro per concorrere a finanziare la partecipazione dei rappresentanti IFSUA ai vari lavori in campo internazionale.
Fino all’EUDI 2014 siamo rimasti in attesa di una risposta dall’IFSUA. Solo in tale sede il suo delegato ci riferiva di una certa ostilità alla nostra adesione da parte di FIPSAS.
In seguito alle nostre pressioni arrivò una prima risposta scritta del delegato IFSUA: “…Omissis …. Mi spiace dirti che FIPSAS ci ha inviato una lettera che dice che in una loro recente riunione hanno deciso di non supportare l’ingresso di FIPIA in IFSUA …omissis” (traduzione dal testo originale).
Poiché lo statuto di IFSUA prevede che l’ingresso di nuovi membri è subordinato al voto a maggioranza dell’assemblea dei soci, chiedemmo al suo Delegato se ritenesse opportuna una nostra richiesta ufficiale di adesione da sottoporre all’assemblea. La risposta fu che la questione era più complessa e qualora fossimo stati accettati dalla maggioranza dei membri IFSUA, probabilmente FIPSAS ne sarebbe uscita, con grave danno alla stabilità di un’associazione giovane come l’IFSUA.
Oggi noi potremmo “forzare” per il nostro ingresso in IFSUA, tuttavia abbiamo ritenuto che questa è una guerra che non vogliamo combattere. A farne le spese sarebbe l’IFSUA stessa, pregiudicando la possibilità di portare, finalmente, la “voce” della pesca in apnea ai tavoli europei.
Noi siamo “per” la pesca in apnea insieme a quanti intendono difenderla: l’importanza del lavoro che l’IFSUA potrebbe fare riguarda la difesa della praticabilità della pesca in apnea e quindi anche la difesa dell’attività di tutte quelle aziende che hanno saputo restare sul mercato internazionale anche in questo momento di grave crisi.
E’ quindi per senso di responsabilità che il Consiglio Direttivo della F.I.P.I.A. ha deciso di rinunciare alla richiesta di partecipare all’IFSUA. Il nostro sostegno economico e il possibile contributo culturale restano a disposizione di questa associazione dal momento in cui si ottenessero le condizioni per formare un reale “fronte comune”.