Incontro con i parlamentari di M5S
Il 10 dicembre, abbiamo incontrato alcuni deputati del Movimento 5 Stelle per presentare le nostre tesi in merito alla licenza di pesca a pagamento e alle AMP.
Come è noto, nella vicenda che ha visto il tentativo (poi ritirato) di introdurre nella Legge Finanziaria una licenza di pesca in mare a pagamento, l’unico gruppo politico che si è attivato ufficialmente è stato il M5S che, per voce degli On.li Rizzetto e Prodani, ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali chiedendo spiegazioni sugli intendimenti del Governo in merito all’introduzione di questa nuova tassa. La risposta scritta del Ministro non è purtroppo ancora pervenuta ma, nonostante il ritiro degli emendamenti che avevano generato l’interrogazione, sarebbe interessante sapere quanto il Governo ha in serbo per la pesca non professionale.
Abbiamo comunque colto questo segno per chiedere un incontro con dei deputati del M5S facenti parte della Commissione Ambiente della Camera e della Commissione Agricoltura della Camera.
Siamo stati cortesemente ricevuti dal Deputato Massimo De Rosa (Vice Presidente della Commissione Ambiente) e dalla Deputata Silvia Benedetti (Segretario della Commissione Agricoltura della Camera).
L’incontro aperto e cordiale si è concluso con la presentazione delle tesi della FIPIA:
· Costituzione di un tavolo di lavoro che raggruppi tutte le rappresentanze dalla pesca ricreativa/sportiva, quale interlocutore in tutte le istanze che vedono la proposizione di interventi riguardanti la pesca non professionale in mare. In particolare, in tale ambito dovranno essere presentate e discusse le proposte per la revisione del controverso DPR 1639/68.
· Equiparazione della PIA a tutte le altre tecniche alieutiche ricreative, lasciando agli Enti Gestori delle AMP la possibilità di consentire, in deroga, la pratica della PIA al pari delle altre tecniche.
· La messa in discussione delle regole di finanziamento e gestione delle AMP in modo da indirizzare gli interventi verso una reale protezione del mare, escludendone dall’accesso quelle amministrazioni periferiche che non finalizzino in tal senso i propri interventi.
· Razionalizzazione degli apparati degli Enti Gestori la cui moltiplicazione appare ridondante e costosa. Ad esempio in Sardegna ci sono sei AMP già istituite, due in via di istituzione e altre la cui istituzione è richiesta da alcune Amministrazioni locali, ognuna delle quali ha, o avrà, un Presidente, un Direttore, dei funzionari, degli impiegati, dei consulenti, ecc..
· La ridefinizione delle zonazioni delle AMP dove si reputa necessaria l’estensione delle aree di massima tutela e la riduzione delle aree attigue, verificatesi inutili, dannose per il turismo nautico e/o alieutico e la fruizione in generale.
· Un maggior impegno degli organi preposti nel contrasto alla vendita illegale del pescato di provenienza “non professionale”. Tale contrasto potrebbe avvenire in modo assai più efficace nei luoghi dove avviene lo scambio denaro/pescato, piuttosto che con i costosi e difficili controlli “in mare”.
Speriamo che queste tesi possano essere accolte, condivise e portate nelle sedi opportune, così come speriamo che altri parlamentari si interessino alle sorti della pesca ricreativa e in particolare della PIA.