Licenza di Pesca a Pagamento: A che punto stanno le cose?
Fino a maggio di quest’anno si è parlato molto del progetto governativo di istituire una licenza di pesca a pagamento per, sostanzialmente, “tassare” la pesca ricreativa in mare al fine di reperire risorse con le quali sovvenzionare direttamente la filiera professionale. Nei primi mesi dell’anno si era arrivati a licenziare un testo unificato (che prevedeva un lunga lista di sgravi e sovvenzioni economiche ai professionisti e di cui la licenza per i ricreativi era solo uno dei provvedimenti), che sarebbe dovuto essere sottoposto al voto dell’aula parlamentare a fine giugno. La XIIIa commissione aveva lavorato a tappe forzate con il chiaro obiettivo di arrivare all’approvazione del provvedimento nel più breve tempo possibile; insomma, per continuare a praticare il nostro hobby, ci eravamo ormai rassegnati a dover pagare i fatidici 10/20 euro a partire dal nuovo anno. E poi che è successo? Ora a che punto siamo?
Il tanto temuto testo non è mai arrivato in aula: è stato prima richiamato dalla presidenza della commissione, poi cancellato dell’ordine del giorno dei lavori assembleari e da allora di tanta solerzia legislativa non si è vista più traccia; perché? Beh il motivo è tanto semplice quanto imbarazzante per chi vuole assurgere al ruolo di amministratore della cosa pubblica: non ci sono le coperture!
Il fulcro del testo sulla pesca era un ricco elenco di misure volte ad incentivare la filiera professionale per mezzo di sovvenzioni, detrazioni e sgravi fiscali. La “rapina” ai danni dei pescatori ricreativi serviva a reperire soltanto parte dei fondi, il cui grosso andava comunque rastrellato altrove. Ebbene, la Ragioneria dello Stato prima e la Commissione bilancio di Montecitorio in seguito, hanno fatto notare come le coperture previste fossero del tutto insufficienti. Il ritiro quindi è stato atto dovuto e necessario per un provvedimento che, alla resa dei conti, si è rivelato una scatola vuota. Ora, in teoria, spetterebbe al MIPAAF arrovellarsi per rastrellare il mancante, il che lascia pensare che la sopravvivenza di questo DDL sia appesa letteralmente ad un filo molto sottile.
Purtroppo non possiamo certo cantare vittoria, anzi, è necessario vigilare per evitare eventuali colpi di mano dell’ultima ora. Inizierà infatti in questi giorni la discussione sulla legge finanziaria 2017, e sappiamo bene come il confronto politico su questo terreno sia stato anche il primo luogo in cui saltò fuori la proposta di mettere le mani in tasca ai ricreativi. Non è quindi impossibile che qualcuno provi a riproporre tra gli emendamenti l’odiato sopruso, ma noi restiamo in guardia e soprattutto fermi sulle nostre convinzioni: se una licenza si deve pagare, i proventi vanno INTERAMENTE re-investiti a vantaggio della pesca ricreativa e dei controlli, non certo per indennizzare che è il solo e unico responsabile della desertificazione dei nostri mari.