Sulla linea boe di Capoliveri (Isola d’Elba)
Il Comune di Capoliveri ha concluso un accordo con il consorzio di alcuni diving elbani e Mares per il posizionamento di una serie di boe in corrispondenza di 11 punti di immersione siti fra Capo Calvo e la Secca di Fonza.
Va da sé che intorno a queste boe tutti potranno fare di tutto meno che la pesca in apnea.
Il “colpo di mano” di questo Comune porta ad un surrettizio aumento delle aree sottoposte a qualche genere di vincolo, come se non bastassero i Parchi, le AMP, ZTB, Oasi Blu, Parchi sommersi, santuari, che inflazionano le nostre coste. Dobbiamo solo attenderci che anche qualche “Associazione per la difesa del pulviscolo atmosferico” si faccia assegnare delle aree marine dove difenderne la ricaduta, ma dove tutti potranno fare di tutto meno che la pesca in apnea.
Però, prima di proseguire, e per dare a Cesare quel che è di Cesare e a Giorgio Volpe quel che è suo, dobbiamo invitarvi a leggere sul sito di Apnea Magazine la sua esauriente descrizione dell’accaduto che sarebbe scorretto riportare qui integralmente.
Per nostro conto, abbiamo cercato di analizzare questa operazione dal punto di vista della legalità: poiché siamo stati informati in ritardo di questa iniziativa, qualsiasi nostra deduzione è risultata purtroppo inutile, essendo trascorsi i termini entro i quali si sarebbe eventualmente potuta intraprendere un’azione di ricorso. Non ultimo, non avremmo avuto il tempo per lanciare una sottoscrizione per raccogliere i 5-10.000 euro necessari ad un’azione legale.
Proviamo quindi a guardare avanti e a cercare di vedere cosa si potrebbe fare per contrastare il pericolo di una proliferazione di queste nuove forme di divieto alla pesca in apnea e di privatizzazione di porzioni di mare. Riteniamo che senza una vigilanza da parte dei pescatori in apnea del luogo dove iniziative del genere potrebbero essere progettate, sarà molto difficile avere i tempi tecnici per una valida opposizione. Opposizione che dovrebbe iniziare a livello locale ben prima che degli atti ufficiali vengano firmati.
Invitiamo quindi tutti a seguire situazioni analoghe a quella di Capoliveri e a tenerci informati. Solo con una attenta vigilanza e un’organizzazione tempestiva sarà ipotizzabile qualche azione di contrasto.
Infine, crediamo che la Mares, sponsorizzando l’iniziativa, non abbia seguito una strategia di marketing adatta a raggiungere i pescatori in apnea.