AMP Capo Testa – Punta Falcone: FIPIA per la tutela dei diritti di tutti
Ci siamo, l’iter istitutivo dell’Area Marina Protetta di Capo Testa – Punta Falcone, sembra essere arrivato alle battute finali. Fra pochi giorni, il 19 Maggio, si terrà un’assemblea pubblica indetta dall’amministrazione pubblica di Santa Teresa di Gallura per presentare la proposta conclusiva di perimetrazione e zonizzazione della riserva, formulata dal Ministero dell’Ambiente a seguito delle valutazioni effettuate dall’ISPRA.
Sarà la sede in cui apprenderemo se la contro-proposta che abbiamo contribuito a stendere e presentare nell’agosto scorso, sia stata tenuta in qualche considerazione o meno. Per come è stata condotta la “discussione” con la cittadinanza e i portatori di interesse, non nutriamo nessuna aspettativa positiva. Ancora una volta la convocazione di una assemblea pubblica per le 14.30 di un giorno feriale, con appena 2 settimane di anticipo e soprattutto senza aver reso disponibile alcuna documentazione riguardo la proposta definitiva, dimostrano il chiaro obiettivo di minimizzare la presenza e vanificare qualsiasi contestazione ragionata (il Ministero ha impiegato mesi per ultimare il lavoro, una critica di merito è impossibile da produrre a braccio in un’ora di assemblea).
Tuttavia la FIPIA non sta aspettando passivamente il naturale evolversi delle cose, ma si sta muovendo sul territorio per riunire tutte le opposizioni, sottolineando le incongruenze di un progetto individualistico e antidemocratico riguardo il quale la popolazione locale è stata sistematicamente estromessa. Si è provveduto a sventolare l’esca del volano economico e delle ricadute occupazionali per la comunità, nascondendo il fatto che i fondi statali sono briciole che verranno gestite direttamente dal sindaco e finiranno nelle mani di pochi imprenditori privati amici, restituendo alla comunità appena una decina di posti di lavoro precari, una serie lunghissima di divieti e una riduzione dell’offerta turistica con conseguente stagionalizzazione estrema.
Siamo fiduciosi che la comunità teresina non gradisca che una scelta così importante le sia calata dall’alto, per di più senza la minima trasparenza, come d’altronde l’avvio dell’iter istitutivo, iniziato in gran segreto ben tre anni prima delle prime riunioni con la cittadinanza, ha già ampiamente dimostrato.