Precisando sul censimento
A partire dal primo maggio tutti coloro che praticano la pesca in mare a titolo ricreativo devono essere in grado di dimostrare l’avvenuta comunicazione dei propri dati al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Si tratta del tanto discusso “censimento”.
Questa comunicazione deve essere fatta per qualsiasi tipo di pesca si intenda praticare, da terra, dalla barca, in apnea, con la canna, con il fucile, col bolentino, coi palangari,ecc., nei limiti consentiti dalla normativa per la pesca ricreativa.
In caso di controlli, a chi sarà trovato senza il documento attestante la comunicazione fatta, sarà intimato di sospendere l’attività e provvedere entro 10 giorni ad effettuare il censimento. Scaduto tale termine chi non avesse ottemperato a tale disposizione sarà sanzionato con un’ammenda di circa 1000 euro.
La registrazione permette di pescare in tutta Italia e con tutte le tecniche permesse per la pesca ricreativa a prescindere da quali e quante tecniche abbiate dichiarato durante la compilazione.
Veniamo a noi. Per la pesca in apnea si pone il problema di come portarsi appresso questo documento.
Per chi si muove con il gommone non dovrebbero esserci problemi: il documento può stare tra quelli dell’imbarcazione che normalmente viene lasciata vicina ai luoghi di pesca.
Per chi parte da terra e si reca sui luoghi di pesca a suon di pinne, consigliamo di trovare il modo di portare con sè il documento. Sarebbe infatti seccante essere fermati ed allontanati dai luoghi faticosamente raggiunti. Sui forum e sulle community ci sono discussioni e consigli in abbondanza, e forse ridondanza, per affrontare il problema.
Per parte nostra consigliamo di ritagliare il facsimile di tessera di censimento che fa parte della comunicazione che il Ministero spedisce a chi si è registrato, e farlo plastificare con i margini di plastificazione più ampi della tessera. Questo potrebbe essere fatto anche con una copia di un documento di identità. A questo punto una vecchia torcia sub, ancora stagna, potrebbe diventarne il contenitore da portare appeso al pallone.
FIPIA ha come requisito morale ed etico il rispetto delle leggi, per cui si è mossa per invitare i PIA al censimento, fornendo anche un servizio di compilazione per i propri iscritti. Ciò non toglie che questa operazione continua a sembrare solamente il precursore di una licenza/tessera o permesso a pagamento.
Attraverso questa raccolta di informazioni appare sempre più certo che il MIPAAF non potrà raggiungere gli scopi dichiarati nel Decreto Ministeriale con il quale è stato istituito il censimento. Parliamo della richiesta che la CEE pone agli stati membri di stimare quanto pesce viene prelevato dalla pesca ricreativa rispetto allo sforzo di pesca complessivo.
A noi preme di più la richiesta della CEE, che potrebbe indicare delle reali strategie comuni per la salvaguardia della risorsa ittica, che il semplice “fare cassa” su di un’attività ricreativa regolamentata da leggi farraginose, vecchie ed abborracciate nel corso degli anni a suon di Decretini e Circolari Ministeriali.
F.I.P.I.A.