Intervento sull’AMP Capo Testa-Punta Falcone
Procedendo senza coinvolgere più di tanto la popolazione e i diversi portatori di interesse, Amministrazione Comunale di Santa Teresa di Gallura e ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ), il 22 luglio hanno proposto una zonazione per la costituenda AMP in oggetto. AMP che comprenderebbe almeno l’80% delle coste di questo Comune, estendendosi verso il largo anche per più di un miglio.
In quella data il Sindaco si aprì ad una concessione, dichiarando che sarebbero state esaminate eventuali proposte alternative e considerazioni varie che gli fossero pervenute entro il 21 agosto.
Un gruppo di appassionati PIA, molto volenterosi, capitanato da Matteo Ruggiu, Assistant Professor presso il Dipartimento di Scienze Biologiche della St. John’s University di New York, si è speso per preparare il documento che alleghiamo, nel quale vengono presentate delle proposte alternative al progetto del Comune e di ISPRA. In queste proposte viene prevista la deroga al divieto di PIA in alcune zone…Vedremo.
Il ringraziamento maggiore va a Matteo Ruggiu che si è sobbarcato il 99% della stesura del documento. Anche la FIPIA ha dato un suo piccolo contributo e ha sottoscritto le proposte avanzate.
Resta il fatto che l’istituzione dell’AMP sembra procedere senza intoppi, nonostante permangano ancora molte opacità sul progetto in generale, sull’approccio scientifico, sui futuri controlli a mare, sui finanziamenti iniziali, sull’autofinaziamento che dovrebbe sostenere l’AMP negli anni futuri.
La nostra posizione più volte dichiarata è che il problema non riguarda semplicemente i pescatori in apnea: riguarda tutti i cittadini che subiscono l’istituzione di AMP che saranno controllate, anche economicamente, da un’unica amministrazione comunale. I cittadini vedranno la privatizzazione del mare, l’istituzione di probabili gabelle per fruirne e dovranno contribuire attraverso fondi pubblici al loro futuro sostentamento. Da tutto ciò emerge che la tutela del mare, che noi per primi auspichiamo, è messa in coda alla creazione di ulteriori “enti” che da tempo vengono chiamati “carrozzoni”.
Solo in Sardegna ci sono un parco marino e 6 altre AMP, nessuna delle quali riesce ad autosostenersi economicamente. Con quella di Capo Testa diventerebbero 7 (ma anche altre amministrazioni comunali sarde stanno premendo per accedere a questa mensa) ognuna della quali ha, o avrà, una Commissione di riserva, un Consiglio di Amministrazione, un Presidente, un Direttore, impiegati, funzionari e consulenti.
Vediamo così la proliferazione di AMP di grandi dimensioni, in quanto parrebbe che i fondi elargiti dal MATTM sarebbero a ciò proporzionati. Quindi grandi apparati burocratici e aree di reale tutela (le c.d. zone A) di dimensioni ridottissime. In barba alla difesa del mare.