Lettera aperta al Ministro On. Galletti
Il procedere degli iter istituvi di nuove AMP ci ha suggerito di rivolgerci direttamente al Ministro dell’Ambiente (MATTM) On. Gian Luca Galletti con una lettera aperta.
Eccone il testo:
Lettera aperta al Ministro dell’Ambiente On. Gian Luca Galletti
Signor Ministro, ci rivolgiamo a Lei in quanto cittadini prim’ancora che pescatori in apnea.
Stiamo assistendo alla proliferazione di richieste per l’istituzione di Aree Marine Protette presentate da singole Amministrazioni Comunali (vedi Santa Teresa di Gallura, Ancona, Dorgali, Milazzo, ecc.).
Tale proliferazione preoccupa e pone perplessità in quanto ci risulta, forse erroneamente, che la loro approvazione venga subordinata ad un piano che preveda l’autofinanziamento da parte delle singole AMP per gli anni successivi alla loro istituzione. Ciò ci apparrebbe quantomeno illusorio a fronte di 30 AMP già istituite e funzionanti, nessuna delle quali riesce ad autofinanziarsi. Né ci tranquillizza la lettura della parte dedicata all’autofinanziamento presentata nei diversi “Progetti di fattibilità”, nei quali si vedono le più discutibili e fantasiose proposte di tasse/contributi da imporre ai villeggianti o ai turisti che passano nei Comuni interessati, così come l’imposizione di tasse/contributi per lo stazionamento o addirittura, il transito di imbarcazioni e natanti nelle acque delle AMP.
Sembrerebbe anche che il contributo ministeriale a fondo perduto elargito per l’avviamento di queste AMP sia proporzionale alle dimensioni delle stesse. Se così fosse ci chiarirebbe la perplessità sorta nel vedere progetti che andrebbero ad interessare il mare prospicente ad oltre l’80{d2ec69bfcfc99a1647518f3ca3d633c8999f19bc90492ac4f451fcafb31b839a} delle coste facenti parte di ogni Comune interessato. Tutto ciò a fronte di zonazioni delle future AMP che prevedono la tutela integrale di aree di dimensioni ridottissime (la uniche ambientalmente significative) al di sotto dei 200-2000 ha, spesso indicati come necessari dalla letteratura scientifica.
Ci preoccupa inoltre il fatto che le Amministrazioni Comunali proponenti non prendano in considerazione la necessità di istituire dei rigorosi controlli in mare e a terra, demandandoli semplicemente alle Capitanerie di Porto. Ciò a fronte delle più volte dichiarate difficoltà che questo Corpo incontra ad affrontare anche questo impegno.
Siamo inoltre preoccupati quando vediamo che una singola Amministrazione Comunale diverrà anche Ente Gestore dell’AMP. Sembrerebbe infatti che, in questo caso, le assunzioni e gli incarichi possano essere determinati per scelta diretta, senza la necessità di concorsi; perplessità che si manifestano anche quando la determinazione dell’utilizzo dei fondi concessi possa essere condotta da un Ente Gestore che è in pratica la stessa Amministrazione Comunale.
Siamo perplessi quando vediamo, ad esempio in Sardegna, la presenza di un Parco Marino e 6 AMP già istituite, ognuna della quali con una propria Commissione di Riserva, un Presidente, un Consiglio di amministrazione, un Direttore, funzionari, impiegati e consulenti, con una ridondanza di apparati che ci fa dubitare sulla possibilità di avanzare risorse per la tutela del mare.
Infine riproponiamo la perplessità sollevata da anni da tutto il mondo della pesca in apnea (circa 250.000 praticanti più o meno assidui): come mai l’unica attività vietata in tutto la spazio delle diverse AMP è la pesca in apnea?
Il mare è un bene collettivo da tutelare e, in quanto tale, la collettività dovrebbe assumersene l’onere a fronte di investimenti ben ponderati. Ci pare quindi opportuno abbandonare la logica di velleitari e impopolari autofinanziamenti, così come quella di costituire enormi e inutili aree sottoposte a un’impossibile tutela.
La protezione del mare dovrebbe essere condotta istituendo aree di tutela integrale ben selezionate e di dimensioni scientificamente opportune, contornate da aree a minor tutela di dimensioni ridotte. I fondi destinati al loro funzionamento dovrebbero essere spesi in controlli e studi, piuttosto che nella costituzione di ridondanti apparati di gestione.
Certi che vorrà tenere in considerazione quanto esposto porgiamo l’augurio di una suo fattivo intervento.
Federazione Italiana Pesca In Apnea
Il Presidente
(Fulvio Arturo Calvenzi)