Pesca alla corvina in Francia: sarà vietata?
In Francia è in corso la discussione riguardante una proposta di legge per prolungare la moratoria sulla pesca alla cernia e per introdurre un divieto di pesca alla corvina nelle acque del Mediterraneo francese. Nel dettagio, è previsto il prolungamento per altri 10 anni del divieto di pesca alla cernia per i pescatori ricreativi, estesa a tutte le specie di cernia.
E’ anche prevista l’introduzione del divieto di pesca alla corvina per 5 anni, divieto limitato ai soli pescatori ricreativi.
Le associazioni dei pescatori ricreativi francesi hanno già contestato questa proposta e avanzato alcune ipotesi alternative. Come succede da noi, anche in Francia i rappresentanti della pesca ricreativa sono poco ascoltati. Maggior peso viene dato alle proposte delle associazioni ambientaliste, spesso supportate da tesi ideologiche che poco hanno a che fare con la sostenibilità ambientale. Inoltre, pare che anche in Francia la “lobby” dei funzionari, o aspiranti tali, delle aree sottoposte o da sottoporre a vincolo, risultino avere capacità di pressione sul legislatore.
La F.I.P.I.A. ha quindi deciso di inoltrare una lettera agli uffici competenti, a supporto delle tesi delle associazioni dei pescatori ricreativi.
Ne riportiamo il testo e la traduzione.
Objet : Projets d’arrêtés sur réglementation de la pêche du mérou et du corb en Méditerranée
Le FIPIA (Fédération Italienne de pêche en apnée) reconnu par le Ministère du Travail comme une association de promotion sociale, est impliquée dans la promotion et la pédagogie pour la pratique d’une chasse sous-marine éthique et respectueuse de l’environnement.
Nos compétences en matière d’observation du milieu marin et des pêcheurs récréatifs en Méditerranée sont reconnues par nos institutions. Comme de nombreux fans italiens pratiquent leur loisir dans les eaux françaises, et, inversement de nombreux Français en Italie, nous nous permettons d’apporter notre contribution au débat qui se développe autour de la proposition pour un moratoire de pêche du mérou et du corb dans la Méditerranée français.
A la lecture du projet (http://www.affaires-maritimes.mediterranee.equipement.gouv.fr/projets-d-arretes-de-a2053.html), nous estimons être en mesure de dire que les restrictions proposées ne sont pas fondées sur des preuves scientifiques, mais seulement sur un malentendu dans l’appréciation du principe de précaution.
Dans la délibération du conseil du façade, nous constatons, qu’aucune considération n’a été donnée à ce que les représentants des usagers, des Aires Marines Protégées et du monde scientifique avaient convenu:
– sur le fait que, grâce à la présence de nombreuses AMP en Méditerranée, ni l’une ni l’autre de ces deux espèces ne soit considérée comme menacée.
– de la relative incertitude issue des données collectées à l’heure actuelle à la fois sur l’état des populations de ces deux espèces et l’importance des pressions subies;
– de l’opportunité représentée par l’émergence des sciences participatives éco-citoyennes pour l’amélioration des connaissances et la création de passerelles entre milieux usagers et scientifiques.
Face à des mesures d’interdictions disproportionnées, nous aussi, comme les associations de pêcheurs loisir français, nous n’aurons ni les moyens pédagogiques ni l’engouement nécessaires pour contribuer à leur acceptation par les usagers.
C’est pour ces raisons et pour un respect de l’environnement marin, que nous aimerions adopter la proposition des associations françaises de la pêche récréative qui prévoit : la reconduction du moratoire portant interdiction de la pêche loisir du mérou pour les cinq années à venir, accompagnée de l’établissement de critères et conditions de sortie du dit moratoire.
La mise en place de mesures de protection visant à « limiter » les prélèvements de corbs dans le cadre de la pêche loisir pour les cinq années à venir. En complément de l’augmentation de la taille minimale légale de capture, un quota journalier de poisson par pêcheur et une période de repos biologique dans la période de reproduction.
Nous pensons également que des mesures équivalentes devraient être prises en ce qui concerne la pêche professionnelle, mesures impliquant le repos biologique, ainsi qu’une taille minimale des captures.
Dans l’espoir que vous souhaitez tenir compte de notre contribution, nous envoyons nos salutations respectueuses.
Fulvio Calvenzi
Presidente FIPIA
Oggetto: Progetto di regolamentazione della pesca della cernia e della corvina nel Mediterraneo
La FIPIA (Federazione Italiana Pesca In Apnea) riconosciuta dal Ministero del Lavoro come associazione di promozione sociale, è coinvolta nella promozione e nella formazione per una pratica della pesca in apnea etica e rispettosa dell’ambiente.
La nostra esperienza nell’osservazione del mare e dei pescatori ricreativi nel Mediterraneo è riconosciuta a livello nazionale. Come molti fan italiani praticano il loro hobby nelle acque francesi, e viceversa molti francesi in Italia, riteniamo opportuno portare il nostro contributo al dibattito che si è sviluppato intorno alla proposta di una moratoria sulla pesca della cernia e della corvina nelle acque del Mediterraneo francese.
Dopo la lettura del progetto ( http://www.affaires-maritimes.mediterranee.equipement.gouv.fr/projets-d-arretes-de-a2053.html ), crediamo di poter dire che le restrizioni proposte non sono basate su prove scientifiche , ma solo su una malintesa applicazione del « principio di precauzione » .
Nelle decisioni del Consiglio proponente la moratoria, riteniamo non sia stato tenuto in debito conto delle argomentazioni portate dai rappresentanti dei pescatori ricreativi, dai rappresentanti delle Aree Marine Protette e dal mondo scientifico, che hanno convenuto :
– che grazie alla presenza di numerose aree marine protette nel Mediterraneo , né l’una né l’altra di queste due specie è considerata minacciata.
– che l’incertezza relativa ai dati raccolti fino ad ora, non consente una valutazione compiuta dello stato delle popolazioni di queste due specie, nè una valutazione sull’importanza della pressione su di esse esercitata;
– che esiste l’opportunità rappresentata dall’emergente figura del pescatore ricreativo ambientalmente responsabile e in grado di partecipare al miglioramento di una « scienza partecipativa » che può costiture un ponte tra il mondo scientifico e gli utenti del mare.
Di fronte amisure sproporzionate come quelle proposte, anche noi, come i rappresentanti delle associazioni di pesca ricreativa francesi, non avremo né i mezzi, né l’entusiasmo didattico necessario a contribuire alla loro presentazione agli utenti.
E ‘per queste ragioni e per il rispetto per l’ambiente marino, che sosteniamo la proposta delle associazioni francesi di pesca ricreativa che prevede:
– il prolungamento dellamoratoria che vieta la pesca della cernia per ulteriori cinque anni, che deve essere accompagnatadalla definizione di criteri e condizioni per l’uscita da detta moratoria.
– L’adozionedi misure di protezione tese a “limitare” il prelievo delle corvine nella pesca ricreativa per i prossimi cinque anni. La misura dovrebbe basarsi sull’aumento della dimensione minima di cattura legale, la fissazione una quota di prelievo giornaliera per pescatore e la definizione di un riposo biologico nel periodo riproduttivo.
–
Riteniamo inoltre che debbano essere prese misure equivalenti nei confronti della pesca commerciale, misure che comprendano il periodo di riposo biologico e la fissazione di una dimensione minima di cattura.
Nella speranza che si vogliate tenere in considerazione il nostro contributo, inviamo i nostri migliori saluti.
Fulvio Calvenzi
Presidente FIPIA