Stralcio della Licenza a Pagamento: Vera Vittoria o solo un Rinvio della Battaglia?
È di poche ore fa la notizia dell’eliminazione dalla proposta di Legge “Testo Unico – Interventi per il settore ittico”, degli articoli che puntavano a istituire una licenza di pesca a pagamento, con i cui profitti andare a sovvenzionare la filiera professionale, i controlli e la pesca sportiva (quindi il CONI).
FIPSAS annuncia trionfante la vittoria, un traguardo che le spetta pienamente visto che è stata l’unica a levare una voce nettamente contraria alla gabella. In verità (vedi il nostro articolo sull’audizione in COMAGRI del 12/4/2017), la FIPSAS si era resa disponibile a discutere di licenza onerosa in un contesto legislativo specifico che si occupasse della sola pesca non commerciale, e a patto che i proventi non fossero destinati alla filiera professionale. Ciò al contrario delle altre associazioni presenti alla citata audizione in COMAGRI che, tra ignavia e accondiscendenza, non hanno mai espresso un rifiuto chiaro e deciso.
Come FIPIA abbiamo espresso in tutte le sedi dove siamo riusciti ad avere udienza l’indisponibilità assoluta all’introduzione di qualsiasi forma di pagamento per la pesca non commerciale in mare, che deve restare gratuita oggi, domani e sempre. Abbiamo chiesto invece di mettere mano ad alcuni articoli del DPR 1639/68 e succ. , che riguardano specificamente la pesca in apnea (vedi la storia dei 500 metri, della bandiera “sub in acqua”, del pasticciatissimo articolo sul limite dei 5 kg, ecc.
Ma torniamo a bomba: si tratta veramente di una vittoria o è semplice il fumo della politica gettato negli occhi dei pescatori? Il testo unico era un dispositivo normativo in fase molto avanzata di discussione, aver disinnescato la licenza da quell’articolato normativo è sicuramente un risultato degno di nota, ma che non deve far pensare a un abbandono del proposito di “mungere” il pescatore dilettante. D’altronde erano in tanti a essersi accorti che il testo di cui era grande artefice l’on. Oliverio (PD), spargeva tanto malumore, attirava ulteriori invettive sul partito di governo, ma nelle casse dei professionisti portava veramente poco o nulla.
E infatti ecco che giungeva in soccorso la proposta di legge Venittelli, Crivellari e D’Incecco (tutti PD), di cui in tanti sembrano essersi dimenticati, ma che rimane il vero asso nella manica dei tassatori incalliti. Per rinfrescare la memoria, l’esborso previsto sarebbe di 50 euro per la pesca da terra e di 100 euro per quella da natante e subacquea. Destinando l’80{d2ec69bfcfc99a1647518f3ca3d633c8999f19bc90492ac4f451fcafb31b839a} dei proventi al sostegno della filiera professionale e il 20{d2ec69bfcfc99a1647518f3ca3d633c8999f19bc90492ac4f451fcafb31b839a} a una non meglio definita promozione della pesca sportiva. Ora il PD, prima di ritirare fuori dal cilindro del prestigiatore questa trovata, ha più di qualche bega urgente da risolvere, tipo provare ad architettare una legge elettorale che gli permetta di non perdere il timone della barca Italia alle prossime elezioni e di conservare a livello di partito il potere di decidere chi saranno gli eletti in barba agli elettori.
Probabile quindi che passeremo prima per il rinnovo dei permessi/censimento scaduti e che la questione licenza a pagamento slitti a data da destinarsi, anche se difficilmente prima del prossimo anno. Naturalmente sempre che non arrivi una qualche manifestazione di professionisti facinorosi sotto i palazzi del potere, e che li costringa a tirare fuori i soldi prima di sbaraccare…